Il Forchino a Santena - La Storia

La storia della” Congregazione della Carità di Santena”, da cui anni dopo prese vita l’attuale “Casa di Riposo”, si intrecciò nel tempo con le vicende della famiglia dei Benso Marchesi di Cavour, proprietaria a Santena del castello omonimo. Il fondatore della “Congregazione”, il teologo Don Gaspare Mosso, fu infatti nominato prevosto di Isolabella dal marchese Giuseppe Filippo nel 1793. Negli anni, poi, altri membri della famiglia Benso contribuirono, in qualità di amministratori, al sostegno anche economico della “Congregazione”: il padre di Camillo, il marchese Michele, la zia Enrichetta de Sellon, il fratello Gustavo ed i nipoti Ainardo e Giuseppina, il marito di costei Carlo marchese di Alfieri di Sostegno e la figlia Adele.


Più tardi, nel 1882, l’avvocato Giuseppe Forchino legava alla “Congregazione” la dimora di famiglia sita in Santena ed una somma cospicua utilizzata per ampliare il fabbricato che fu utilizzato per sua volontà per ospitare e soccorrere poveri e sofferenti in via Marta Tana: l’ “Opera Pia Forchino”, affidata, per la gestione ordinaria, alle suore della ”Piccola Casa della Divina Provvidenza” ( Cottolengo), che qui operarono fino al 1982. Nella casa, anni dopo, venne anche allestito un piccolo ospedale con sala operatoria ed un reparto maternità.

Alla fine del 1979, infine, a seguito della vendita della struttura di via Marta Tana gli ospiti venivano trasferiti nella nuova struttura, un’IPAB gestita da un Consiglio di amministrazione di nomina pubblica, con personale proprio e supportata da volontari che ha preso ufficialmente il nome del suo fondatore, la Casa di Riposo Avv. G. Forchino.

Santena

Il castello Cavour, casa di campagna della famiglia Benso, ed il parco annesso costituiscono un unicum ed una eccellenza nel mondo storico artistico italiano: è il sito dedicato ad uno dei quattro uomini che realizzarono l’unità del paese, Camillo Cavour, tappa ideale di un circuito che vede insieme Caprera che ospita i ricordi di Garibaldi, Pisa quelli di Mazzini ed il Vittoriano a Roma dedicato a Vittorio Emanuele II.

Le scuderie, da poco restaurate, ospitano oggi l’archivio storico e la biblioteca dei Visconti Venosta, molte pubblicazioni dell’epoca, la quadreria con la collezione di ritratti dei Benso e di altri con cui nel tempo si imparentarono oltre a preziosi cimeli posseduti dal conte Camillo Cavour, i suoi diari, le lettere.
Il parco di 16 ettari è un piccolo gioiello, dove trovano dimora molte varietà di alberi secolari, tra cui un platano orientale per il quale è stata richiesta la specifica di “monumento nazionale”.